UNA STAGIONE D'ARIA

Donzelli (2017)

Una stagione d'aria è la raccolta a cui Isabella Leardini ha lavorato per più di dieci anni. Anticipato nell'antologia Nuovi Poeti Italiani 6 (Einaudi 2012), numerosi testi erano già amati dai lettori e tradotti in diversi Paesi quando il libro è uscito, nel 2017. Vincitore del Premio Città di Arenzano e finalista Premio Camaiore, Premio Castello di Villalta e Premio Onor D'Agobbio. Una stagione d'aria è il canzoniere dell'amore imperfetto che si compie, della giovinezza che finisce, di una Rimini metafisica e di  confine, che racchiude il segreto di una storia familiare intrecciata al mito delle vacanze italiane. Testi da Una stagione d'aria sono stati oggetto di collaborazione con diversi artisti tra i quali Giulia Napoleone, Sonia Alvarez, Giovanni Turria.
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Il simbolo della perla, questo frutto di fuoco covato nell’acqua, ha scelto Isabella Leardini e la sua poesia (non il contrario) per proporre la propria immagine legata a un canto sapienziale (Il canto della perla) e a un’eleganza che va dalle sfumature vittoriane di Barrett Browning alle classicità di Moore-Millay. Una stagione d’aria trasforma la radiosità del libro precedente in un omaggio alla leggerezza che vola con le ali della natura - non solo «gli stornei» di Dante, ma l’airone, rondini e gabbiani - mentre chi scrive non posa, non canta, non vola, ma è la rondine bianca, perfezione dello scherzo di natura, intrusa in fuga, che resiste. 
Rosita Copioli

È colma di energia primigenia la poesia di Isabella Leardini. Versi che sono inno alla vita, coscienza profonda dell’anima che affonda le sue radici nella frequentazione di altri esploratori dell’archetipo. Che energia, che forza vitale in questi versi di Isabella Leardini, non ancora quarantenne, una voce che suona netta e piena tra quelle della nuova poesia italiana. 
Roberto Mussapi

Cara Isabella, nel tuo ultimo libro si compie il volo che "variando si ripete", o meglio il volo che ripetendosi in un'altra era trova un nuovo senso e un guizzo sconosciuto. Qui c'è la giovinezza ma c'è anche una prospettiva più ampia e nitida, uno sguardo fermo su te stessa e lungimirante. C'è l'animale solitario che insegue ciecamente il luogo sbagliato ma c'è anche la creatura sapiente che tiene per sé "la fiamma che si spegne/la povertà che resta tra le mani"(bella immagine!). Insomma il crescere degli anni non ti conduce a invecchiare - si direbbe -  ma piuttosto a vivere insieme diverse stagioni della vita, non porta la sottrazione ma un moltiplicarsi delle epoche. E questo è un grande dono. Un dono che il tuo libro testimonia perfettamente attraverso le sue "ragazze con la lanterna accesa/che non vogliono non sanno addormentarsi" ma anche attraverso "questa allegria improvvisa che si pianta/come una ladra nel centro del dolore", come "le insegne che hanno perso qualche luce/ma cercano lo stesso di brillare", come "ogni cassetto ritornato vuoto/prega di nuovo di ospitare la gioia". 
lettera di Milo De Angelis

Cara Isabella, ho ricevuto e subito letto il tuo Una stagione d'aria, e ci tengo a dirti  quanto ho apprezzato la compattezza stilistica del libro, la sua coerenza di ispirazione, il suo lirismo così ben calibrato, e la forte dose di vita, di esperienza vitale, che è quella  che mi ha fatto ancora più amare la tua poesia, tra stagioni che sono l'estate, la spiaggia che confina con la neve, la ragazza del mare che ha occhi al di là del mare... Siccome un libro ha un diapason nel cuore di ogni lettore, sappi che di fronte a un attacco come: "vieni in vacanza qui come fa il vento" e al testo che segue ho applaudito con il massimo dell'intensità, applausi  che non dedico spesso a libri di contemporanei.
Lettera di Giuseppe Conte

Al suo secondo libro, la riminese Isabella Leardini si conferma, con Una stagione d'aria una voce appartata ma ormai ben riconoscibile della recente poesia italiana. A un pieno dominio della tecnica, comunque mai esibita e anzi condotta all'essenziale, corrisponde la modulazione dei temi più classici della poesia lirica, l'amore, il ciclo delle stagioni e la vita quotidiana. 
Massimo Raffaeli

Una poesia differente rispetto a quella delle tante poetesse che hanno fatto del corpo, degli oggetti o di laici vaticinii, il tema della loro scrittura. Le ragazze sono presenze costanti e luminose, sono quelle che crollano con il giorno, sono figlie pazze del freddo, quelle che non vogliono addormentarsi, che si arrabbiano da sole, che ridono del mare. E le loro figure sono tanto più intense quanto la prima giovinezza un po’ s’allontana. Ma è destino come per tutto ciò che passa, che riguarda l’intera vita, qui raccontata dallo scenario inedito e struggente della riviera romagnola. 
Umberto Piersanti

Libro del restare, libro del “non andare via” detto all’amato, a se stessa, alla stagione, al mare. Libro che trema del male dell’epoca, il senso di impermanenza. Il verbo “restare”, coniugato in tutti i modi e le persone, fa da tema musicale continuo. Libro intimo perciò e al tempo stesso profilato sul tema chiave dell’epoca. Insomma libro che va letto con un occhio raddoppiato, pena non coglierne intero il valore. Una prova matura, e però viva e intensa, capace di sorprendere e di farci vedere il mare, le rondini, le persone in modo più attento, più profondo, in questa epoca dove tutto grida a tutto, anche in silenzi altissimi: resta, se puoi. Come se l’aria portasse questo tremore e questo invito, in una stagione personale e comune. 
Davide Rondoni

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