
Isabella Leardini ha lavorato all'antologia Costellazione parallela dalla fine del 2020, il volume è uscito per Vallecchi a giugno 2023. Raccoglie sedici voci della poesia del Novecento, da Ada Negri a Alda Merini, nella prospettiva degli studi di genere. Un'ampia introduzione motiva il lavoro e le autrici sono ampiamente rappresentate con una selezione di testi che decostruisce gli stereotipi della poesia femminile per mostrare un Novecento scritto dalle donne, diverso e vicinissimo, e una storia letteraria fatta di rimozione, che arriva fino a noi.
"Non dirò che questa è un’antologia di poesia femminile, ma non dirò neppure che sono poeti che hanno avuto un corpo, un nome di donna; dirò che hanno scritto poesia degna di restare, dando voce anche al fatto di essere donne. Leggerle finalmente insieme è necessario, non perché debbano essere relegate in un canone di genere, ma perché fino ad ora raramente abbiamo avuto la possibilità di farlo; questo libro muove dall’idea che l’assenza di uno sguardo complessivo si ripercuota sulla poesia contemporanea e sulla permanenza di un pregiudizio di genere in letteratura, oltre che sul canone del Novecento.
[…] La scelta di utilizzare fin dal sottotitolo la parola poetesse, consapevole che molte autrici oggi rivendicano la maggiore correttezza della forma poete, non è dovuta a ingenuità né a soggezione, ma neppure a una pura affermazione della differenza. Riconoscendo la forza del discorso sul linguaggio come luogo di lotta, da Alma Sabatini fino a Judith Butler, volutamente e provocatoriamente scelgo di mantenere la parola più scomoda e più antica nel nostro immaginario, perché coerente con ciò che desidero affermare: la presenza della storia, non soltanto il valore della differenza ma con esso la necessità di ricostruire e accogliere una tradizione fatta anche di ombre. Ogni minoranza ha risignificato politicamente le proprie parole ferite, le ha fatte rifiorire come stemma rivoluzionario e monito storico. Le donne in poesia sono state incontrovertibilmente una minoranza fino alle soglie di questo millennio. La domanda che dobbiamo porci è se lo siano ancora e come. Non si tratta soltanto del pregiudizio sulla poesia femminile come emblema di dilettantismo e sentimentalismo, ma di una più sottile gerarchia che investe topoi, temi, forme metriche e lessico: un automatismo interpretativo con cui la poesia delle donne è stata letta, commentata, selezionata. Il canone è soltanto la conseguenza, il riflesso inevitabile di un vizio di sguardo e di una società.
[…] Escluse quasi tutte dal canone, narrate nonostante questo per la loro eccezionalità, per i loro amori o per i loro troppo brevi destini, sono arrivate nelle mani di chi le ha cercate con la forza paradossale dell’unicità; benché marginali, benché escluse. Un coro di voci sole in un secolo che per la poesia italiana è stato determinante proprio per la sua coralità, per la ricchezza di movimenti e di voci. Eppure non erano davvero casi isolati, le donne nella poesia italiana del Novecento ci sono state: hanno scritto moltissimo, pubblicato con grandi editori, alcune di loro hanno raggiunto la fama. A loro si deve la traduzione di capolavori della letteratura internazionale, hanno diretto riviste militanti, partecipato alla vita letteraria e al lavoro editoriale, fondato i premi più ambiti. Stimate, amate, sostenute o criticate dai loro illustri colleghi e amici, all’ultimo momento sono state comunque rimosse. Questa costellazione non ci è stata visibile nel suo disegno d’insieme, non ha potuto orientare la rotta.
[…] La scelta dei testi che ho cucito in questo disegno segue un triplice criterio: vuole mostrare il modo in cui le poetesse del Novecento italiano hanno saputo cantare le donne, intercettando il discorso corale che hanno fatto anche autonomamente, senza essere né complici né in competizione, senza neppure riconoscere la necessità di appartenere a un discorso corale. Ho poi scelto i testi in cui il repertorio simbolico potesse essere visibile come il rovescio di un ricamo, una costellazione di immagini. Infine ho scelto i testi in cui hanno parlato - e lo hanno fatto tutte - della propria scrittura, del rapporto con l’opera, della necessità che i loro versi potessero restare. Molte sono le voci che ho preso in considerazione con una non facile ricerca, se non ho incluso nomi imprescindibili come quelli di Grazia Deledda, Elsa Morante, Anna Maria Ortese, Alba De Cespedes, è perché in loro personalmente non ho avvertito la poesia come una vena primaria, ma piuttosto come contro canto ad un’opera che splende in altra forma. Inoltre non volevo tracciare una mappa che avesse la presunzione di essere esaustiva, desideravo lasciare a questa scelta la parzialità dell’errore. L’immagine della costellazione mi ha orientata: un gruppo di stelle più o meno visibili, legate da un invisibile disegno, capaci di brillare ancora in differita, da una distanza che irride la morte e la sorte e si apre su una galassia più estesa, in espansione."
dall'Introduzione di Isabella Leardini
Sono incluse in Costellazione parallela Ada Negri, Sibilla Aleramo, Amalia Guglielminetti, Lalla Romano, Antonia Pozzi, Daria Menicanti, Fernanda Romagnoli, Margherita Guidacci, Maria Luisa Spaziani, Cristina Campo, Armanda Guiducci, Nella Nobili, Mariagloria Sears, Giovanna Bemporad, Amelia Rosselli, Alda Merini.