CONOSCERE SE STESSI CON LA POESIA

Domare il drago è un metodo per conoscere se stessi scrivendo, attraverso la visione poetica e l’attenzione al linguaggio rivelatore della poesia. Un vero e proprio laboratorio per toccare i nostri nodi, affrontare i non detti, conquistare una piccola verità e dirla nel modo più perfetto. Con il potere della metafora, del simbolo, e con la meraviglia originaria delle parole, la scrittura poetica dà forma alle tensioni inconsce e appassiona anche i più giovani. La poesia può essere un prezioso strumento conoscitivo e liberatorio, perché è arte della metamorfosi e mette in atto un cambiamento profondo: trasforma il dolore in bellezza. Dalla materia oscura delle nostre vite questo percorso estrae un gioiello e scopre come incastonarlo. 
Isabella Leardini guida il lettore passo passo come in una fiaba, attraverso un bosco in cui corrono molti ragazzi incontrati nei suoi laboratori di poesia, tra scuole e ospedali. Alcuni sono quasi bambini, altri adolescenti, sono i veri protagonisti del libro: le piccole guide che ci accompagnano con i loro versi e le loro storie. Il drago della poesia diventa un alleato contro le loro più pericolose belve. Linda, Ivan, Dea e gli altri in questo libro sono fianco a fianco con Orfeo, Psiche, Dioniso, Arianna, le eroine di Andersen e i bimbi sperduti di Peter Pan; ma anche con Dante, Leopardi, Emily Dickinson, Ted Hughes, Sylvia Plath, Marina Cvetaeva, Seamus Heaney, Marianne Moore. Isabella Leardini intreccia le storie dei ragazzi con il mito greco, la fiaba antica e moderna, e le voci dei grandi poeti di ogni tempo che hanno riflettuto sulla natura misteriosa e appassionante dello scrivere. Un libro per ragazzi, insegnanti, poeti, persone che amano scrivere o che vogliono provare a farlo. Con Il metodo dei sette sì la scrittura diventa un viaggio al centro di noi stessi, la poesia una materia viva, un modo nuovo di guardare. 
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  • Il primo sì è al silenzio

Lo spazio di ascolto in cui la parola della poesia può nascere, attraverso le fiabe di Andersen incontriamo i tre silenzi della scrittura e il modo in cui fronteggiarli.

  • Il secondo sì è alla parola

Quando la parola della poesia emerge dal silenzio scopriamo l'alterità e il rapporto con l'ispirazione; nell'elettricità del testo si fanno strada la visione e la potenza del simbolo.

  • Il terzo sì è all'altro

Un "tu" entra nella scrittura e la anima, ma occorre riconoscerlo, imparare a guardarlo veramente, sulle orme di Orfeo, di Psiche e dei grandi poeti innamorati.

  • Il quarto sì è il lavoro 

Attraverso il lavoro sul testo si compie la ricerca di una verità. Scegliendo le parole insostituibili e imparando a non perdonarci, ripercorriamo la riva del testo e troviamo la nostra più autentica voce. 

  • Il quinto sì è toccare il nodo

Chi cerca la perfezione nel modo giusto si ritrova di fronte alla verità. Al cuore del percorso la poesia si rivela come linguaggio del profondo, ci chiede di toccare il nodo, riconoscere il nostro grande tema.

  • Il sesto sì è la voce

Quando le parole ritrovano corpo si liberano e si modificano di nuovo. Attraverso la lettura a voce alta facciamo risuonare la partitura del testo, l'incanto del ritmo e del suono. 

  • Il settimo sì è la forma fissa

​Con il mito di Arianna scopriamo come dare forma compiuta a ciò che abbiamo scritto, che si tratti di un manoscritto o di una plaquette da realizzare con le nostre mani.